venerdì 9 marzo 2018

Moda Flamenca: la mia top 5 delle collezioni del FIMAF

Che il FIMAF sarebbe stato un successo lo si intuiva già dalla promozione. Da ormai tre anni l’evento malagueño chiude il trittico delle meraviglie della moda flamenca inaugurato tra Gennaio e Febbraio dalle passerelle sivigliane di We Love Flamenco e SIMOF. Superfluo dirvi che non sarei potuta mancare.



Ve ne parlo solo adesso perchè ho bisogno di distrarmi. Un cielo inaspettatamente azzurro mi parla di inopportuno fuori dalle finestre di una giornata triste. L’Andalusia, dal mio paesello, sembra come sempre lontana anni luce. Sono salita all’improvviso su un aereo, disegnando punti di sospensione dietro ai progetti di pranzi nel weekend. E sono giorni così. Di notifiche sul cellulare, di abbracci senza corpo e lacrime stordite.

Sono giorni che cerco di incanalare sensazioni attorno a persone che vanno e vengono. Con la stessa risposta per le stesse domande, il ritorno da organizzare ed un bisogno urgente di musica nuova.

Ma avevo lasciato un post a metà. Parlava del museo dell’Automobile. Delle sfilate sold out, delle file lunghe il doppio e dei biglietti più cari ad anticipare una svolta di cui poi avrebbero parlato i giornali. C’era un bar con le sedie colorate, davanti all’ingresso. E poche cose più di tinte forti e volant sono in grado di risollevarmi il morale.


FIMAF, quindi; Che come sempre si distingue dai saloni precedenti per l’impronta tendenzialmente più classica delle collezioni proposte. In soli due giorni sono stati in 5.000 a visitarlo.
Il rosso e il fucsia si sono confermati come i colori più in per le imminenti ferias, ma il minimalismo flamenco intravisto alle prime sfilate di stagione ha lasciato spazio ad ampi volumi. Trasparenze e spacchi generosi sulle gonne hanno conferito un plus di sensualità ai modelli, mentre bottoni, zip e giochi di sovrapposizioni hanno reso palese l’incursione della moda civile in un settore sempre più aperto alle contaminazioni esterne.


Queste sono le 5 sfilate che ho amato di più. Non posso garantirvi che siano le più significative, ma di certo sono quelle che vi consiglio di andare a rivedere sul web.






Vi sarebbe mai venuto in mente di associare il denim al flamenco? A Lourdes Paz sì. La stilista ha dedicato la sua prima collezione “Siénteme” ad uno dei tessuti più universali e versatili, utilizzandolo come base per abiti dal taglio semplice ma elegante, spesso impreziositi da pizzi e applicazioni decorative. Il denim è stato utilizzato anche per gli accessori, tra cui segnaliamo le borse di forma rotonda già viste a We Love Flamenco e consolidatesi come accessorio must-have per le ferias di quest’anno.

2. JOTE MARTÍNEZ 



Denominata “De Larios al Real”, quella di Jote Martínez è stata senza dubbio la collezione più “autoctona” che si sia vista al FIMAF. Ispirata direttamente alla città di Málaga, si caratterizza per l’enorme varietà di tagli e tessuti, con una scommessa chiara sull’asimmetria e sugli intramontabili pois.





Ispirata alle notti flamenche, la collezione “Anochecer” di Astrid Hohle è eleganza allo stato puro. Il nero è il colore protagonista delle sue creazioni, che tra trasparenze, tessuti metallizzati e bottoni si è auto-imposta di portare le principali tendenze del momento sulla passerella del Museo dell’Automobile di Málaga.




Con la sua “Hilo Calé”, Aurora Gaviño ha voluto omaggiare le personalità illustri di etnia gitana. Per farlo ha puntato su tagli classici e tonalità accese recuperando tra gli accessori il quasi dimenticato “mantoncillo”. Da sottolineare anche la presenza di modelli a vita alta e di gonne con volant variopinti a “effetto patchwork” (se vi piace lo stile vi consiglio di dare un’occhiata anche alle collezioni di Pol Nuñez, che ultimamente è la designer flamenca che preferisco). La sfilata é stata arricchita dall’esibizione live di Inma “La Carbonera”, Amparo Lagares, José Manuel Carraskilla, Sergio González, Pedro Espinosa, Paquito Macías Juanma Ruíz e Isidro Suarez, nell’ambito di una tendenza già vista al SIMOF per cui il cante e il baile flamenco entrano direttamente nei contesti più modaioli.





Data la mia ammirazione per Pilar Vera, ammetto che da questa collezione mi aspettavo molto di più. “A tu vera” va tuttavia menzionata in virtù dei microvolant, dei cromatismi accesi e degli abbinamenti tra fantasie diversissime, come fiori e pois. Il giallo e il verde sono tra i colori più ricorrenti nei suoi nuovi modelli.


E voi, quale  preferite?

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